domenica 2 ottobre 2011

Fiat/ L'Alfa Romeo? Meglio venderla alla Volkswagen

Lunedì, 5 settembre 2011 - 12:42:00
Di Giovanni Esposito
Nel 1933 Henry Ford inviata a togliersi il cappello al passaggio di un Alfa Romeo, oggi, se fosse vivo, difficilmente potrebbe ripeterlo; non tanto per la qualità delle vetture, bensì per l'improbabilità di vederne qualcuna, oramai anche nei concessionari. Con la fine della produzione della 159, in catalogo rimarranno solo due modelli (Mito e Giulietta) e chi sa cosa dovranno inventarsi i venditori per riempire gli showroom del Biscione.Dopo oltre cento anni di storia, non esiste più uno stabilimento dedicato all'Alfa (dal 2012 a Pomigliano d'Arco avviteranno i bulloni della Panda). La confusione che regna a Torino ha raggiunto una tale dimensione, da non avere la più pallida idea di dove produrre il prossimo modello. Quando il dott. Marchionne prese le redini del gruppo, il marchio immatricolava la modesta cifra di 150 mila autovetture l'anno in Europa, importo che non è stato più raggiunto. Il brand possiede le potenzialità per vendere almeno 500 mila vetture l'anno, ma per fare ciò è necessario un aggressivo family style ed implementate una gamma che offra i seguenti prodotti: piccola (4 metri) in variante 3 e 5 porte; "compatta"; "media" in variante berlina e station-wagon; berlina grande (Executive car); coupé; spider; suv medio piccolo; crossover grande.I confusi, contradditori, nebulosi ed inadeguati piani prodotto del Cav. Marchionne, a tutto il 2012 non prevedono novità, poi forse arriverà un Crossover (quello di cui non si riesce a definire neanche il sito produttivo). Il Governo ed i sindacati tacciono su questa vergogna. Marchionne ha voluto il referendum a Mirafiori ed ha vinto il suo sì, ora perché non si pretende che lui rispetti l'impegno di produrvi i Suv?Appare del tutto evidente che al Lingotto non ci sia né volontà industriale, né visione strategica, né capacità manageriali, né risorse finanziarie per rilanciare l'Alfa Romeo. Ferdinand Piech, il numero uno del colosso tedesco Volkswagen, a più riprese ha pubblicamente dichiarato la disponibilità a comprare; ed in seno al gruppo di Wolfsburg vi sono tutte le professionalità, anche italiane (Luca de Meo e Walter da Silva), per assicurare il rilancio. Insieme al marchio potremmo cedere e salvare due stabilimenti italiani. Già nel 1986 la Ford offrì 4 mila miliardi di lire per acquisire l'Alfa Romeo ed altrettanti per gli investimenti. L'Iri di Romano Prodi, erroneamente, non accettò per poi cederla alla Fiat. È inutile rimuginare sugli errori del passato, ma per il futuro meglio viva e teutonica che agonizzante in mani italo-canadesi.
http://affaritaliani.libero.it/economia/fiat_alfa_auto_vw05092011.html

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